Agenzia Hawzah News – La serie di riflessioni mahdiane, intitolata Verso la società ideale, è proposta agli stimati lettori con l’obiettivo di diffondere gli insegnamenti e le conoscenze legate all’Imam Mahdi (che Dio affretti la sua manifestazione).
Il termine ghayba significa “essere velato agli sguardi”, non “assenza”. Indica quindi un periodo in cui l’Imam Mahdi, l’ultima Prova di Dio, è presente tra la gente, vive in mezzo a loro, ma non viene visto o riconosciuto. Le tradizioni lo descrivono con formulazioni diverse. L’Imam Ali, pace su di lui, disse: «Giuro sul Signore di Ali che, in verità, la Sua Prova su di loro è presente, percorre le strade, entra nelle case e nei palazzi, attraversa l’Oriente e l’Occidente, ascolta le parole e saluta le loro comunità; vede, ma non viene vista, fino al tempo e al momento stabilito» (al‑Ghayba, al‑Nu‘mānī, p. 144). L’Imam Sadiq, pace su di lui, affermò: «Nel Padrone di questa Missione vi sono consuetudini dei Profeti… E quanto alla sua consuetudine proveniente da Giuseppe, è l’essere nascosto: Dio pone un velo tra lui e la gente, così che lo vedono ma non lo riconoscono» (Kamal al‑Din, vol. 2, p. 350).
I precedenti dell’Occultazione
L’Occultazione è una delle consuetudini divine che si è ripetuta nella vita di numerosi Profeti — tra cui Idris, Noè, Salih, Abramo, Giuseppe, Mosè, Shu‘ayb, Elia, Salomone, Daniele e Gesù (pace su di loro). Ciascuno di questi inviati, in circostanze diverse, ha vissuto periodi di vita nascosta. Per questo le tradizioni descrivono l’Occultazione del Mahdi come una consuetudine profetica: uno dei motivi della sua Occultazione è proprio il compimento di queste consuetudini profetiche divine nella sua nobile vita.
Già molto tempo prima della nascita dell’Imam Mahdi, pace su di lui, i Profeti e gli Imam avevano annunciato la sua Occultazione, descrivendone alcune caratteristiche e indicando i doveri dei credenti in quel tempo. Il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui e sulla sua Famiglia) disse: «Il Mahdi è tra i miei discendenti; il suo nome è il mio nome e la sua kunya (tecnonimo) è la mia kunya. È il più simile a me per aspetto e carattere. Ci sarà con lui un’occultazione e uno smarrimento, in cui le genti si smarriranno; poi giungerà come un bolide splendente, colmando la terra di giustizia ed equità, così come riempita si sarà di oppressione e ingiustizia» (Kamal al‑Din, vol. 1, p. 286).
Tratto dal libro «La gemma della creazione» (Negin-e Āfarinesh), con lievi modifiche
(Segue…)
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